Il reportage di Marco Ansaldo non è un lavoro di dati e cifre. Tiene sì conto di quei numeri ma li lascia sullo sfondo. Perché la questione dei rifugiati è soprattutto un problema di rispetto dell’uomo, e quel che emerge da queste pagine sono proprio le storie di quegli uomini.

L’autore si è messo alla caccia dei ‘dannati della terra’, ovunque fossero, e ne ha trovati milioni. Verso di loro, nel raccogliere le testimonianze, nel fotografare l’ambiente che li circonda, ha provato sentimenti di tenerezza, di pietà di rabbia anche. Ma soprattutto ha incontrato grande dignità.

Ansaldo ha dedicato cinque anni della sua vita professionale per documentarsi, viaggiare ai quattro angoli della terra e raccontare la fuga dei profughi. Realizzando un progetto di largo respiro. Le sue storie sono ‘foto’ di un bianco e nero essenziale, autentico, duro.

(Dalla prefazione di Sebastião Salgado